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Batterie in serie, batterie in parallelo, Particolarità.

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Moltitudine di battery box con batterie in serie o parallelo, alcune in versioni “doppie” (la Therion di Lost Vape in versione in parallelo con DNA75 e in serie con il DNA200, sostanzialmente lo stesso circuito in cui variano i voltaggi di alimentazione gestiti) oppure box (la recente Noisy Cricket II di Wismec) che possono installare le batterie sia collegate in serie che (invertendo il fondello di contatto) in parallelo.

E in molti chiedono “che differenza fa?”. Proviamo a spiegarlo, in maniera semplice a chi è meno esperto.

Collegamento batterie in serie.

Riconoscibile dall’orientamento delle batterie (una invertita rispetto all’altra), ha il grosso vantaggio di poter generare un voltaggio in alimentazione che è pari alla somma di quelli erogati dalle due batterie (a piena carica, 4.2 volt x 2 batterie, ad esempio = 8.4 volt).

Viene utilizzato per gli apparati in grado di erogare elevata potenza (superiori ai teorici 75 watt “prelevabili” da una batteria 18650 high drain di ottima qualità e a piena carica) potendo generare con facilità potenze elevate (teoricamente fino a 75watt x numero di batterie collegate) una erogazione vivace ed aggressiva (alcune box, come la SX Mini Q-Class o le più recenti IPV utilizzano la modulazione della tensione PWM per poter generare fino a 50 watt extra, ma allo svapo la percezione è più fiacca essendo potenza pulsata e non “stabile”).

Per quanto riguarda gli amperaggi (si preleva tensione pari a voltaggio erogato / valore di resistenza in ohm installata) non vengono sommati ma quello da considerare come erogato (per sicurezza) è quello della batteria meno potente (motivo per cui è consigliabile SEMPRE utilizzare batterie simmetriche, stesso produttore, stessa capacità e stesso amperaggio in scarica), motivo per cui garantiscono ottime prestazioni, ma può capitare di incrociare indicazioni “Weak Battery” (amperaggio erogabile insufficiente) anche a batterie non completamente scariche, “contando” sempre l’amperaggio di una batteria sola.

E nel caso uno non svapi a 200 watt?  Le battery box ragionano in step up (incremento di voltaggio) o step down (riduzione, http://www.teknosvapo.it/it/blog/step-up-e-step-down-per-principianti-n244 ) e nel caso di utilizzo “democratico” (50/60 watt con resistenze non bassissime ne configurazioni clapton più che dual coil) i consumi risultano molto bassi perché, lavorando il circuito sempre in step-down (erogando alla coil sempre meno del range 8.4 volt a piena carica-6.4 volt al cut-off di scarica) espone le batterie a prelievi energetici relativamente poco “faticosi” garantendo, nel caso di configurazioni a resistenze non troppo basse utilizzi per lunghi periodi fino al limite minimo di carica delle box.

Collegamento di batterie in parallelo.

Riconoscibile nell’orientamento delle batterie (tutte con i poli orientati nella stessa direzione) garantiscono in erogazione il voltaggio standard (4.2 volt a piena carica, media dei voltaggi erogati dalle singole batterie durante l’uso) ma permette, per gli appassionati di configurazioni più spinte, di avvalersi di soglie di amperaggio in erogazione molto più elevate (date dalla somma degli amperaggi erogati dalle singole batterie).

Vantaggi nell’utilizzo? Bisogna ragionarci bene.

Utilizzo resistenze molto basse e molto reattive (dai 4 ai 5 volt in alimentazione) e a valore in ohm basso?

Il vantaggio c’è, non “fiacco” troppo le batterie imponendo al circuito step up (e relativi prelievi elettrici alla batteria) troppo impegnativi però mi avvalgo di amperaggi (volt/ohm) più elevati, senza dover forzare le batterie rischiandole di metterle fuori uso rischiando la propria incolumità.

Utilizzo resistenze molto basse e poco reattive (ci sono configurazioni in dual clapton coil che per essere “vaporose” richiedono voltaggi superiori a 6 volt) ?

Il vantaggio c’è anche se minore, mi avvalgo in sicurezza di amperaggi più elevati in alimentazione ma “costringendo” il circuito (se apparato elettronico) a lavorare in step-up potrei avere durate d’uso di carica delle batterie più bassa (maggiori prelievi alla batteria).

Utilizzo di resistenze non estremamente basse (non sotto gli 0.3 ohm) e che abbiano una buona reattività anche a voltaggi più bassi?

A 4.5 volt con coil da 0.3 ohm andrò a prelevare 15 ampere, in totale ovvero (ponendo di utilizzare una doppia batteria collegata in serie 15/2=7.5 ampere/batteria) ed imponendo alle batterie intensità elettriche in prelievo alla portata anche di batterie LG HG2 quasi a fine carica (motivo della durata d’uso quasi “fantascientifica” della eSquare di Lost Vape, doppia batteria in parallelo gestita da un circuito, il DNA40D di Evolv che della buona gestione dei consumi fa il suo punto di forza).

Difetto? (almeno su battery box elettroniche) inserendo per errore una batteria invertita nella polarità il circuito “blocca” proteggendosi dall’inversione di polarità e la si sovraccarica, mandandola in surriscaldamento, perdita di acidi e rischio combustione della batteria con messa fuori uso dell’apparato che la utilizza (esperimento che ho fatto su una eSquare DNA40 con una batteria delle due utilizzate inserita a polarità invertita).

E l’altra, una maggiore pericolosità su dispositivi meccanici privi di regolazione e protezione: le battery box elettroniche solitamente sono “bloccate” a 40 ampere di scarica, soglia oltre il quale il circuito blocca l’erogazione ritenendo presente un cortocircuito o un malfunzionamento e ritrovarsi veicolato su un dispositivo sprotetto 60 ampere “impazziti” scaricati sul pulsante di attivazione (e il suo isolatore, spesso ceramico) è una pessima cosa per la propria incolumità.

fonte:google

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